Avvenire, Febbraio 2017

Il Cardinale a Gratosoglio Per una città solidale con i ragazzi delle periferie

«La città tra paura e possibilità»

Da domani al 19 febbraio, presso l’oratorio della parrocchia Maria Madre della Chiesa nel quartiere milanese di Gratosoglio, si svolgerà il campus Educazione alla pace 2017, sul tema «La città tra paura e possibilità». Anche il cardinale Angelo Scola sarà tra le personalità invitate agli incontri con i ragazzi e dialogherà con loro. La sua visita è in programma giovedì 16, alle ore 17.30. Sabato 18, invece, monsignor Carlo Faccendini, Vicario episcopale della Zona pastorale I – città di Milano, celebrerà alle 18 la Messa nella parrocchia S. Barnaba in Gratosoglio, a cui sono stati invitati anche i partecipanti cattolici del Campus. Già nell’ultima settimana del mese di agosto 2016, l’oratorio aveva ospitato oltre quaranta ragazzi e ragazze, sia cristiani sia musulmani, milanesi e provenienti dalla Bosnia, precisamente da Sarajevo.

Insieme hanno vissuto un’esperienza che prevedeva riflessioni, ascolto di testimonianze e visite a luoghi significativi della città di Milano, oltre che attività ludiche e sportive. Per questa seconda edizione è stata decisa un’ulteriore apertura: sono stati invitati ragazzi che vivono nella banlieue di Saint Denis a Parigi, ma anche altri provenienti da Ogulin, una piccola e antica città in Croazia (a 70 chilometri da Zagabria) attraversata da una delle rotte percorse dai migranti lungo il territorio europeo. Don Giovanni Salatino, che si occupa degli oratori delle parrocchie Maria Madre della Chiesa e S. Barnaba in Gratosoglio, definisce il Campus come «una parola a margine ma non marginale per questo scorcio storico che stiamo vivendo. A margine perché nessuno di noi da solo ha il potere di cambiare il corso della storia, di invertire la rotta di un mondo che sta alzando muri, in cui si aprono conflitti, in cui nel solco delle spaccature del terrorismo vengono seminati paura e pregiudizio. Ma ognuno può esprimere un giudizio su di essa e nel suo piccolo imboccare una rotta contraria», ad esempio rifiutando l’idea per cui una religione sia portatrice di morte e che il terrorismo sia l’unica risposta possibile.

L’idea che questo concetto passi attraverso i più giovani, prosegue don Salatino, costituisce «un rilancio dell’educazione perché possano abbracciare questo mondo consegnato alle loro mani logoro, diviso e ferito e pensarlo diversamente in una logica di incontro e di cura». Il tutto in una vera e propria scommessa sul futuro del quartiere, perché esso non diventi un luogo dove i conflitti, ad esempio tra abitanti più antichi e nuovi immigrati, inneschino dinamiche potenzialmente esplosive: «Oggi si deve scegliere che volto dovrà avere il nostro quartiere e se un giorno sarà spenta ogni traccia di divisione e di violenza è perché i nostri ragazzi hanno imparato a gettare ponti». All’appello per ospitare i ragazzi hanno risposto 50 tra singoli e famiglie, mentre altri volontari si sono resi disponibili per varie mansioni. Il Municipio 5 della Città metropolitana di Milano ha dato il suo patrocinio al progetto, sostenuto anche dalla cooperativa sociale «Lo Scrigno», il consorzio «Farsi prossimo», l’Agesci, l’associazione scout musulmani Assim di Solaro, il Centro Asteria, il Centro ambrosiano di dialogo con le religioni e l’Istituto «Allende-Custodi» di Milano.